Cultur&motive

Disegnami un sogno, Pamcoc

Disegnami un sogno, Pamcoc

Cancelliamo ogni sovrastruttura, torniamo a pensare cose semplice e poi a dirle.

Ritorniamo a un tempo in cui a renderci felici erano le piccole cose che oggi diamo per scontate.

Torniamo ad un cielo azzurro, un prato verde. In quello spazio e in quel tempo c’è Pamcoc, Pamela Cocconi che dice cose come “Mi era avanzato del blu dal cielo di oggi” e ne regala un po’ a chi passeggiando sul lungomare di Monopoli, guarda il mare di un azzurro più immenso che altrove.

Parla ad ognuno di noi, o almeno a chi ricorda ancora di essere anche piccolo. Parla a quella bambina che ama le parole, ma a volte, non ama dirle, è a lei che dice “ho finito le parole o forse ce ne sono troppe”.

In bilico tra ciò che siamo e ciò che ci ostiniamo ad apparire.

Pamcoc è una delle artiste in mostra al Phest, rassegna internazionale di fotografia e arte che ogni anno anima Monopoli.

Scherza con chi legge, gioca con tutti “Sei come un libro aperto ma io guardo le figure”. Il lungomare è un viaggio, da un lato il mare aperto, dall’altro le case, la terraferma. Il blu e il bianco, uno accanto all’altro. Il castello ci indica la fine del viaggio, resta un arco tra attraversare per scendere in un altro tempo, un altro altrove. Il sole domina incontrastato, gocce di sudore scivolano lungo la schiena, non ti fermi, ti volti e guardi ancora indietro, i pannelli si susseguono uno dopo l’altro, come messaggi segreti scritti su fogli di quaderno strappati. Gli occhi indugiano, sulle labbra appare un sorriso “Se fossi cielo azzurrerei per te”.

Le opere di Pamcoc resteranno esposte al Phest di Monopoli sino al 3 novembre.

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