La pioggia cade incessante per una buona mezz'ora, bagna sedie, luci, palco, alberi, persone e poi torna il sereno in una serata di luglio anomala.
Il tempo di asciugare tutto, velocemente, e poi ecco apparire, chitarra in mano, sul palco umido, Erica Mou. Una prima canzone poi una seconda ma una nuvola passeggera solitaria lascia precipitare le sue gocce, una dopo l’altra, prima piccole e lente poi grosse e sostenute. La cantautrice invita tutti ad entrare in sala, il pubblico fortunato potrà ascoltare il concerto in acustico. Molla alle percussioni, Flavia Massimo al violoncello. L’intesa tra i tre è perfetta, familiare quasi, affettiva anche, e il suono si fa intimo, copre lo spazio tra la pietra e il legno delle travi delle volte, la voce arriva pulita, nitida, senza fronzoli. Repertorio noto della cantautrice cantato con leggerezza, brani che il pubblico conosce e accenna nei passaggi chiamati, sguardi di intesa. Alchimia tra chi è là sull’inesistente palco ed anche con chi è qua in ascolto.
Le canzoni si susseguono, la voce resiste senza sbavature o affaticamenti, e poi un tecnico zuppo dalla testa ai piedi porta un microfono, una cassa, e il concerto continua. Generosa l’artista, generosi i suoi musicisti. Il pubblico non può che emozionarsi, consapevole di vivere un’esperienza irripetibile, unica, magica quasi come la carezza di una fata che viene dal mondo dei sogni. L’incanto è nelle parole dei brani, nelle frasi lette e in quelle dette, è nel fruscio dei vestiti di Erica Mou che avanza tra il pubblico.
Un altro brano, ed ancora uno, un bis e ancora uno, perché non si vorrebbe andare via, lasciare questa festa che non è del santo ma della musica che celebra il talento, di Erica Mou e dei suoi musicisti.
Il concerto dell’artista pugliese del 2 luglio è il primo di Cubo Live 2024 a Bari.