Ritratti, sguardi che sembrano indagare oltre la tela, verso l’osservatore, volti impressi di donne e di uomini, di bambine e bambini.
Le opere di Mary Beale hanno un tratto comune, la cura per i dettagli, per gli abiti, per tutto ciò che è intorno al volto. Nata a Barrow, nella contea di Suffolk in Inghilterra è una ritrattista di successo nell’epoca barocca. L’arte la conosce fin da piccola, grazia al padre pittore dilettante che ospita gli artisti. A diciotto anni si sposa con un altro amante della pittura, Charles Beale, mercante di stoffe che la sostiene e le fa da assistente, preparando per lei colori e tele.
Le opere di Mary Beale non passano inosservate e presto riceve numerose commissioni. Il marito assistente che porta avanti i conti lo fa da vero mercante annotando tutto su un diario. Nel 1665 dopo l’incendio che devasta Londra, i coniugi Beale si trasferiscono in una casa colonica in Albrook, Hampshire, ed aprono uno studio d’arte, diretto da Mary, un grande edificio in legno a due piani, dove vivono e lei lavora alle sue tele.
L’artista nella sua carriera ha anche prodotto autoritratti e immortalato la sua famiglia, nelle sue opere, olio, acquarello, pastello, i gesti e le espressioni dei protagonisti sono rivelatrici di una meticolosa attenzione. Morirà a settantasette anni. Le sue opere restano nelle collezioni private e a lei sono state dedicate poche retrospettive. Eppure la sua arte restituisce lo spazio, il vivere del tempo, le mode, i tratti. Nelle sue tele i volti ci regalano inaspettate espressioni. Ritratti di ieri.