Quando la pelle brucia, l’aria è una fornace che secca gli occhi e fa impennare la temperatura interna del povero umano che per strada se ne va.
Sotto il solleone non c’è rimedio più immediato che un tuffo dove l’acqua è più blu. Sì, la soluzione è il mare.
Puntare alla prima fila nelle due settimane centrali di agosto è pensiero da folli. In Puglia la prima fila negli stabilimenti è prenotata un anno prima anche se le cifre a volte raggiungono soglie impensabili. Le spiagge libere poi sono piene di ombrelloni del giorno prima.
Restano gli scogli ma anche lì scalmanati improbabili mattinieri conquistano tutti i centimetri possibili compresi gli accessi. E sì, il vero problema di agosto quando il termometro segna 38 gradi è trovare una strada agevole per scendere in acqua, e si perché il superuomo si è piazzato col suo telo proprio lì dove gli scogli sono levigati e declinano verso l’acqua. Niente lui non capisce sguardo fiero del migliore. Più in là il secondo accesso è presidiato da un allegra famiglia alla prima esposizione, il rosso della loro pelle è più intenso di quello del tricolore. Basterà una crema lenitiva doposole? No.
Telo in spalla ci si sposta un po’ più in là, ecco una serie scomodissima di scogli aguzzi che conducono al mare, scarpe ai piedi e saltellando in precario equilibrio e con non poca fatica raggiungere l’acqua rinfrescante. Restare in ammollo per un’ora e a come risalire non ci si pensa, quello dopo a mente fresca.
Agosto mare mio non ti conosco, aspetterò settembre una prima fila solo per me, nessun ombrellone piantato sugli scogli, tutto libero. Solo io e il mare, dolce fantasticare.