Cosa resta tra le pieghe delle lenzuola in un letto disfatto, abbandonato troppo in fretta, con il sole già alto per molti ma non per tutti. Cosa resta.
Le briciole di un cornetto alla Nutella e granelli di zucchero a velo. Le chiacchiere nel commentare un film che ha deluso le aspettative, dialoghi ovvi e banali, paesaggi stretti nel grigiore di un cielo che non conosce il calore delle stelle, sono lentamente scivolate oltre la spalliera cadendo sui mattoni bianchi. Come la coperta in pile dell’orsacchiotto che ti tiene compagnia nelle “serate senza fine” quando le ore non passano e le lancette dell’orologio sembrano rallentare volutamente il loro giro, si attardano a conversare con i secondi allungandoli oltre il tempo stabilito dalle convenzioni.
Cosa resta la mattina di un lunedì quando tutto torna alla normalità, alla quotidianità della routine delle cose, dei giorni che scorrono uguali a se stessi fin quando non torna chi quel letto ha abbandonato in tutta fretta per correre via, per correre. Dove?
Tra le pieghe delle lenzuola una fotografia, un vecchio tronco spiaggiato dopo la mareggiata, bianco consumato dal sale, sulla sabbia dorata, granelli di altri ricordi, di altre vite, di radici ancorate alla terra. Su quella sabbia attende un nuovo destino, nuove radici alle quali aggrapparsi, e aspetta che qualcuno si fermi a chiacchierare con lui. Ha storie da raccontare lui, il tronco, lui che ha sfidato il mare e ha vinto. Come te. Tra le briciole di un cornetto la tua mano scivola tra le lenzuola, sotto il caldo piumino d’un tratto, il vuoto.