Non fosse che per le colate di cemento, i palazzi anni 60, sarebbe una terra magnifica. Luce di sole abbagliante.
Lungo le pendici dei solchi di terra e nel fondo il torrente Gravina che da il nome a questo cittadina le cui radici affondano nel paleolitico. Punto e incrocio, crocevia, terra di conquista, qui su questo scavo, qui su questo torrente, qui dove il sole regala verde abbagliante e bianco tufo, qui dominazioni segnano il tempo. Nelle strade asfaltate del centro, villa comunale e fontane, monumenti ai caduti, a scandire il tempo la torre dell’orologio meccanismo napoletano.
E poi scale moderne da contrapporre a quelle sottratte alla roccia manualmente. Passato e futuro che si inseguono a volte sbeffeggiandosi, altre integrandosi. Ed è così lungo i secoli, lungo le stratificazioni, lungo il torrente. Vivi e morti, morti e vivi, ossa che camminano altre a riempire fosse, altre scoperte archeologiche. Qui dove si muore giocando in fondo a una cisterna dismessa, l’acqua regna e domina, la si sente scorrere lungo pareti rocciose, sgorgare da sapienti fontane ed ecco spiegate le conquiste che l’acqua serve sempre. Prima del transito della via Appia prima del cammino micaelico, prima di Federico II, prima degli Orsini e di Papa Benedetto XIII che qui nacque, prima l’acqua.
Gravina città ricca di risorse, Murgia coltivata a grano e vino, a perdita d’occhio non trovi appezzamenti incolti, qui dove i latifondisti han segnato nuove servitù. Si spiega la ricchezza che osservi lungo le pareti della Basilica Santa Maria Assunta e della Chiesa Ducale Santa Maria del Suffragio. Pietre che si innalzano contro il cielo da contrapporre alle chiese scavate nel tufo come quella rupestre di San Michele delle Grotte. Acqua e ponte di acquedotto a legare sponde, architettura del 1700 a colmare distanze mentre in fondo alla gravina scorre il torrente, musica per chi sa ascoltare.
Acqua e crocevia, impossibile non costruire culture buone, libri e pergamene da conservare e da far leggere. Mentre il sole declina alla collina acquerugiola arriva a ricordare.