Scorrono sui corpi, tra le vie di una città, tra i pensieri indifesi, nelle profondità, sull’orlo di un abisso si fermano, il salto è sospeso.
Sono le poesie di Silvana Kühtz, vincitrice del premio Alfonso Gatto 2014 nella sezione inedito. 30 giorni - una terra e una casa - Campanotto editore, con traduzione in inglese di Nathaniel DuPertuis, è un piccolo libro di poesie da tenere con sé nelle giornate in cui ci si può sentire parte di un tutto che non conosciamo, fuori fuoco da ciò che sappiamo.
“La terra ha la febbre/ una realtà caotica sparpagliata infranta/ gli spari nella notte/ precipitano in un dibattimento di cui/ non si comprende la ragione./ La terra ha la febbre/ per il disgusto/ trangugio senza batter ciglio/ il veleno sconosciuto/ che invaderà mari terre fiumi./ è l’ora in cui i cimiteri sbadigliano/ ogni istante è un passaggio finale, liminale./ Voglio scendere da questo sogno/ ridatemi il mondo/ riportate la bellezza della storia dell’essere./ I poeti non se ne stiano con le mani in mano/ possono baciare l’azzurro e invadere la città/ con quel magma inafferrabile che/ è regalare soffio luce sono furore animale/ che si insinua in ogni dove./ Non mi illudo/ ma date retta a me/ si può chiamare in campo la scintilla/ il significato che sta dietro alle cose/ un’aria che commuove genera ricomincia./ I poeti non se ne stiano con le mani in mano./ Su un duro marciapiede/ all’incrocio di due strade/ se la dorme un gatto”.
Lei, Silvana Kühtz, non se ne sta con le mani in mano. Lei, nata a Bari, è ideatrice del progetto PoesiaInAzione che fa “scendere la parola poetica dalle austere stanze dell’accademia e portarla nei retro-bottega, nei garage, nei luoghi quotidiani”.
Trenta giorni - una terra e una casa, palcoscenico per parole che vivono, sorprendono, combattono, svelano sé stesse, la loro forza, il loro potere.