Prima che arrivi la pioggia, prima che torni la tramontana fredda di gennaio, prima che sia domani, scarpe comode per camminare lungo la costa.
In una giornata di sole, il cielo azzurro come fosse estate, il mare che rivela il suo fondale, percorrere sentieri poco conosciuti, tra le rocce che delimitano il confine terrestre della costa di Otranto, la cittadina affacciata sull’omonimo canale, Adriatico il mare che bagna anche la costa opposta, visibili a volte le alture albanesi.
Sentieri percorribili con facilità per ammirare spazi noti solo ai frequentatori abituali di questi luoghi, dagli indigeni del posto che non si sorprendono più di tanta naturale bellezza. Paesaggi da lasciare senza fiato, scogliere che si immergono nel mare cristallino, grotte sfondate e baia del mulino d’acqua.
Camminare, passo dopo passo, tra il verde rigoglioso, le erbe e i fiori spontanei insolitamente primaverili pur essendo inverno. Su uno scoglio il finocchietto marino invita alla raccolta. Un gabbiano vola alto nel cielo, cerca il pesce più grosso da pescare. Le acque limpide non nascondono nulla, tutto perfettamente distinguibile.
Passo dopo passo, orizzonti che si allargano, visioni che mutano, scenari che si susseguono, colore dopo colore, istantanee da conservare nell’album dei ricordi, fino al successivo percorso, alla nuova escursione, alla nuova avventura. Otranto e la sua costa, sabbia e roccia, mare e grotte, sentieri da battere, con il sole alto all’orizzonte quando la luce è così intensa da illuminare ogni angolo annullando le ombre.