L’intonaco sulla facciata laterale la renderebbe anonima, parete adattabile alle costruzioni moderne che la circondano nel quartiere.
La facciata principale, la pietra lasciata a vista, racconta un’altra storia fatta di secoli, di presenze, di transiti, di culto, di devozione. La porta di accesso, minuta rispetto all’antico, apre al visitatore un ambiente in cui gli strati delle epoche si susseguono e si sommano. La chiesa di Santa Maria della Croce, conosciuta anche come chiesa di Casaranello, è per Haseloff il monumento più antico dell’epoca cristiana primitiva nel dud-est dell’Italia meridionale. Tre navate, affreschi di diverse datazioni sulle pareti e la volta. L’abside sorprende con i suoi mosaici. Un cielo stellato, nella cupola, gli azzurri che giocano su tre tonalità, una croce di tessere d’oro come le stelle, e poi in basso motivi vegetali, predominano i verdi,e sul bianco melograni, pere, grappoli d’uva. Ed ancora tessere, riquadri in cui trovano spazio pesci, una lepre, un galletto, carciofi, un coniglio, un uccello. Sulla chiave di volta tessere sovrapposte come coda di pavone.
Nella piccola chiesa a Casarano in provincia di Lecce le immagini sacre stupiscono con le loro storie narrate nei dettagli. Gli affreschi di epoche diverse rapiscono gli sguardi dei visitatori al loro primo ingresso. Diffice non osservarli, coglierne le sfumature, i tratti, restituire colore. Difficile tornare fuori, alla normalità, alle moderne architetture. Si lasciano sapienza e bellezza, tessere conservate nel tempo, per ritrovarsi nel cemento armato.