In un film di qualche anno fa Jack Nicholson diceva “la musica è l’unica cosa che mi rende umile”.
La capacità di affidare a una sequenza di note il ruolo di difensore di idee, portatrice di battaglie, liberazione dalla quotidianità, centro di tutto, riequilibra il mondo al suono di un diapason universale.
In una recente intervista Sama’Abdulhadi, dj e pioniera della techno in Palestina ha detto “I suoni dicono tutto, sono la prima cosa. Devi semplicemente ascoltarli e sai che succede” aggiungendo “Non è la musica che controlla te, sei tu che la controlli, anche se ti pare di perderlo, il controllo, non è così. Le emozioni si confondono nel flow. Mi è sempre sembrata meditazione”. La musica capace di travalicare i confini geografici e linguistici come Baraye di Shervin Hajipour, nata in seguito all’uccisione di Mahsa Amini, 22anni, il 13 settembre 2022, rea di aver indossato male il velo, picchiata dalla polizia religiosa iraniana e lasciata morire in cella. “Per le donne, la vita, la libertà” canta Hajipour dal suo profilo Instagram, in due giorni 40 milioni di persone visualizzano il suo inno, viene incarcerato, resta un mese in cella. Gli agenti di sicurezza del corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche lo obbligano a rimuovere il post. Ma i suoi versi sono inarrestabili, fanno il giro del mondo.
Il 29 ottobre i Coldplay la cantano durante il concerto all’Estadio River Plate di Buenos Aires, trasmesso in diretta in 3.400 cinema in 81 paesi. La deputata inglese Rushanara Ali in Parlamento, l’8 novembre 2022, cita il verso “per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle” nel discorso in cui chiese l’espulsione dell'Iran dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne. L’hanno suonata gli studenti della facoltà di medicina di Yale, quelli dell’Università di Musica di Norimberga e quelli di Ruhr.
Hajipour canta per Mahsa Amini e per chi verrà dopo di lei, canta “Per ballare nei vicoli/Per il terrore quando ci si bacia/Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle/Per cambiare le menti arrugginite/Per la vergogna della povertà/Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria/Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri/Per questa economia dittatoriale/Per l’aria inquinata/Per Valiasr e i suoi alberi consumati/Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione/Per gli innocenti cani illegali/Per le lacrime inarrestabili/Per la scena di ripetere questo momento/Per i volti sorridenti/Per gli studenti e il loro futuro/Per questo paradiso forzato/Per gli studenti d'élite imprigionati/Per i ragazzi afghani/Per tutti questi ‘per’ che non sono ripetibili/Per tutti questi slogan senza senso/Per il crollo di edifici finti/Per la sensazione di pace/Per il sole dopo queste lunghe notti/Per le pillole contro l'ansia e l'insonnia/Per gli uomini, la patria, la prosperità/Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo/Per le donne, la vita, la libertà/Per la libertà/Per la libertà/Per la libertà”.