Il piatto in creta ti domanda cosa riceverà in pasto per pranzo. In un susseguirsi di giorni sempre uguali ci vorrebbe una piccola evasione.
Culinaria. Un viaggio tra sapori lontani. Non messicano, non cinese, non greco, non russo, non indiano, non giapponese. Un viaggio tra sapori più vicini allora. Italia, ravioli. Dal Piemonte al Lazio, dalle Marche all’Emilia Romagna, dalla Liguria alla Toscana, dalla Lombardia a Capri, evviva il raviolo e le sue declinazioni. Farina e acqua, c’è chi usa anche il tuorlo d’uovo, paese che vai ricetta che trovi, l’importante è che la sfoglia sia elastica al punto giusto, perché deve custodire un tenero e sorprendente ripieno. Pesce, carne, verdure, formaggi, alla tradizione tramandata nel corso dei secoli si aggiunge l’innovazione e la fantasia in cucina. Provola e carciofo, ricotta e spinacio, carne e funghi, borragine, parmigiano. Buono in brodo ma anche al sugo e in tante salse. Versatile e dinamico, il raviolo sarà il protagonista di oggi. Ecco la sfoglia ben tirata, taglio strisce e poi quadrati e per il ripieno tutto quello che ho in casa. Carciofi formaggio e noci. Aggiudicato. Spinaci ricotta e speck. Siii! Salsiccia parmigiano e pistacchi. Perfetto! Tris di ravioli, per me. Ravioli o agnolotti, cappellacci o ravaiuoli, non importa che nome abbia, né l’origine, probabilmente genovese. Ciò che conta è che sia buonissimo, dal gusto intenso e bilanciato. Il segreto perché tengano nella cottura è la pressione delicata sui bordi, né debole né forte, quanto basta a trattenere il ripieno mentre l’acqua bollente fa il suo mestiere di cuocere. Pochi minuti e i ravioli saliranno in superficie, tra le bolle dell’acqua, pronti per essere scolati ed infine saltati con un po’ di burro, conditi con il pomodoro o cotti in brodo. Oggi trionfa il rosso nel mio piatto in creta. Ravioli, un buon vino, ed è subito pranzo.