Ho questa canzone fissa nella testa
da quando l’ho ascoltato, questo inno di protesta.
Canta una donna con la voce da fata
di un’altra donna che non si è più svegliata.
Ascolto queste parole dopo aver preso coscienza
dell’ennesima ragazza cui è stata tolta l’esistenza.
Giovani donne con una vita davanti
o anche signore con gli anni un po’avanti.
Madri, figlie e compagne impotenti
di maledetti uomini con cattivi intenti.
Tutte quante vivevano una condizione
purtroppo molto simile ad una prigione.
E ci credono sempre le donne, perché hanno cuore,
a questi uomini che vivono solo di potere.
Gridano, urlano, vogliono comandare
ma poi donano un fiore per farsi perdonare.
E continua così la stessa tiritera
la mattina, il pomeriggio e soprattutto la sera.
Si trasformano in lupi affamati col buio della notte
e via, giù, forte, a riempire di botte.
A volte però, non si ferma la mano malata e……
“E questa mattina non mi son svegliata”.
Mi spezza il cuore questa canzone,
potremmo essere tutte in questa situazione.
E penso a mia figlia ed al suo futuro,
che possa affrontare la vita a muso duro.
Fin da piccoli vanno scardinate certe convinzioni,
evitando di dare alle bimbe mestoli ed ai maschietti costruzioni.
La cattiva educazione, si chiama la canzone,
di chi non ha saputo insegnare l’emozione.
Rimediamo, se possiamo, usando l’empatia,
diciamo ai bambini che relazione è magia.
I”no” vanno detti e si impara a superarli,
i “Sì” vanno concessi e si impara ad apprezzarli.
Se è vero che la testa a volte fa i capricci,
sta a noi genitori dolcemente districare i ricci.
Educazione alle emozioni, per figli e genitori,
perché mai più di una donna vengano offuscati i colori.
Questo scritto è nato ascoltando La cattiva educazione di Vinicio Capossela con Margherita Vicario. La foto è tratta dal video della canzone.
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