Rosso intenso, come le passioni. Ci si può credere oppure no ed in questo secondo caso, per scaramanzia, meglio tacere, lasciare mute le parole.
Il corno napoletano è un dono simbolico che qualcuno fa in segno di amicizia. I suoi poteri sono semplici, elimina la negatività. Quell’insieme di fattori che spengono la serenità rendendoci soggetti passivi di eventi poco favorevoli. Perché il corno abbia il suo effetto deve assolutamente essere realizzato a mano da artigiani napoletani, abbia cioè in se raccolto la positività delle abili mani. Un corno in plastica prodotto in serie non porterebbe alcun auspicio. Perché il corno si attivi e svolga il suo ruolo occorre un piccolo rituale. Chi dona il corno deve pungere con la punta di questo la mano sinistra del ricevente, solo così le negatività saranno annientate, solo così si avranno effetti positivi.
Il ricevente liberato dalle negatività potrà decidere se portare il corno sempre con sé, una forma di protezione ampia contro i mali del mondo e le iatture, e basterà accarezzarlo per tenerli lontani oppure potrà scegliere di proteggere la sua casa o la sua automobile o il suo ufficio. In questo caso il rito è semplice, basterà strofinare la punta del corno sulla soglia della porta d’ingresso, per tre volte dall’interno verso l’esterno per poi appenderlo all’ingresso.
Tra i vicoli di San Gregorio Armeno a Napoli i corni richiamano lo sguardo dei curiosi, rossi come peperoni, acquistati da chi crede e da chi non crede al loro potere di portare fortuna. Superstizione da tenere presente in una città quella partenopea di mistero e magia, di dialoghi con i defunti, di strade che parlano nel silenzio delle colorate solitudini.
Il corno portafortuna è qualcosa di più di un dono, è un sorriso di vita.