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Edward Hopper, architetture studiate e nottambuli

Edward Hopper, architetture studiate e nottambuli

Le sue opere sono architetture di cui ne evidenzia il carattere, la scelta dei colori è limitata alla sua investigazione realistica nell’arte.

Nelle sue immagini c’è New York, i quartieri, le nuove costruzioni, le strade cittadine. Tutto vuoto. Edward Hopper “ha dipinto la solitudine dei luoghi solitari e, più ancora, dei luoghi che dovrebbero essere affollati. Ha dipinto le strade di Manhattan con i negozi chiusi e le tende delle case abbassate; rotaie su cui non corre nessun treno” scrive Elena Pontiggia.

Il pittore statunitense nato nel 1882 ha saputo raccontare il reale decidendo in ogni sua opera esattamente cosa rappresentare e come farlo. “C'è l'occhio che guarda dall'esterno dentro le stanze i bar gli uffici, come da cinematografiche gru o da carrelli immobilizzati al punto giusto, il punto geometrico che solo l'intuito del regista sa fissare ed è qui che l'occhio della macchina diventa quello dello spettatore. È quest'occhio a dare il massimo valore al rapporto tra i personaggi e l'ambiente. Il regista Hopper interviene a collocare i personaggi e a decidere il posto della macchina e il suo movimento, ma Hopper è anche il fotografo che ha messo le luci e ne ha deciso l'intensità, è lo scenografo che ha disposto gli oggetti, che ha ordinato i volumi. Il ciak è un'immagine fissa, in cui i personaggi – sempre pochi, quasi sempre silenziosi – da dentro guardano verso il fuori”, scrive Goffredo Fofi.

In Ufficio a New York l’osservatore coglie una donna, sensuale, intenta ad aprire una busta. In Motel nel West, una donna seduta in poltrona guarda chi fissa il quadro, un caso unico nelle opere di Hopper.

I quadri di Hopper … sono tutto ciò che si può racimolare da una lacuna ombreggiata non tanto dagli eventi di una vita vissuta, quanto piuttosto dal tempo prima della vita e dal tempo susseguente”, dirà Strand.

Ha ispirato il cinema il grande artista statunitense. Casa vicino alla ferrovia ha ispirato la casa vittoriana in cui si svolge Psyco di Alfred Hitchcock.  L’ombra del vento è influenzato dalle opere dell’artista come La casa di Hodgkin o Stanza per Turisti. Dario Argento, nel suo film del 1975, Profondo Rosso fa un chiaro riferimento a Nottambuli,quadro che ha influenzato le pellicole di diversi registi, da Giorni perduti di Billy Wilder, a Crimini invisibili di Wenders.

Le sue figure sono imprigionate nel posto che occupano perché diventano parte della composizione generale del quadro e dei diversi movimenti direzionali di forme e colori. Non hanno capacità di movimento indipendente. Inoltre, i colori sono brillanti, ma non trasmettono calore”, dirà Baigell.

Hopper morì nella sua casa a New York nel 1967, nella sua ultima opera, Due attori, sotto i riflettori sul palcoscenico di un teatro due attori in costume, Edward e la moglie Jo, si inchinano a salutare gli spettatori. È il commiato dal mondo dell’artista in una vita in cui tutto è commedia.

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