Sei fari, tre nello stato di New York, uno in Oregon, uno in Francia e un altro in Spagna, sei storie. Storie di fari e storie contemporanee.
Tante citazioni di scrittrici e scrittori che hanno avuto nei loro libri un legame con i fari, con la luce che segna l’approssimarsi di un approdo.
Quaderno dei fari di Jazmina Barrera edito da La Nuova Frontiera e tradotto da Federica Niola, è un viaggio di terra per mare, nella letteratura e nella propria mente. Se la scrittrice indaga la sua, di mente, il lettore a sua volta indaga se stesso. La luce del faro è ricerca, e portare in superficie e alla nostra presa di coscienza ciò che abbiamo dentro, nella penombra, nell’oscurità, la roccia spigolosa contro la quale rischiamo di naufragare.
Ed ecco che il faro ci salva. Il mare che costeggia le coste con il suo mistero, con la sua calma e la sua ferocia, con i suoi colori accesi e bui nella notte, è il mare che abbiamo dentro. Il quaderno è quasi un diario di viaggio dove la storia dei guardiani del mare si interseca con la storia della letteratura.
Tra le pagine del libro di Jazmina Barrera il lettore più preparato potrà ritrovare parole già lette, di Walter Scott, Lawrence Durrell, Virginia Woolf, Omero, Jeanette Winterson, Walt Whitman, Herman Melville, Edgar Allan Poe ed altri. Può trovare un filo sul quale stare in equilibrio nella storia, dal faro di Alessandria a quelli ormai non ritenuti utili, può scoprire Stevenson, un costruttore di fari in scozia e il suo diario.
È un libro lieve, con qualche accenno anche biografico della scrittrice, che si legge con la leggerezza di una luce che illumina. È un lungo ritrovarsi e smarrirsi, è voglia di leggere ancora.