Due amiche inseparabili divise dalla morale, da un certo bigottismo e dall’impossibilità, per una donna nell’inizio ‘900, di autodeterminarsi.
L’amicizia tra Simone de Beauvoir ed Élisabeth Lacoin raccontata in un libro che la Beauvoir ha tenuto nel cassetto per tutta la vita e che viene pubblicato solo ora a distanza di quasi cent’anni da quando quegli eventi si sono consumati. La Beauvoir/Sylvie trasporta la sua amicizia, il suo amore per Élisabeth/Andrée nella pagine di un libro in parte autobiografico, in parte romanzato, dove Beauvoir fa rivivere la sua adorata amica scomparsa troppo presto.
Nelle lettere inserite nel libro la mente più grande del femminismo del Novecento scrive all’amica “Tu sei un essere straordinario, il solo in cui abbia intuito, incomparabile, l’impronta del genio insieme a quella del talento, del successo, dell’intelligenza, il solo che mi trascina al di là della pace, al di là della gioia…”.
Si danno del lei per tutta la vita, ma il legame non per questo è più distante. “E tengo a lei, Simone, dama amorale e distinta, con tutto il cuore” le scrive Élisabeth.
Le inseparabili, così come definite da quando si incontrarono a dieci anni nella scuola Desir a Saint-Germain-des-Prés, rivivono in questo libro edito da Ponte alle Grazie e che inizia con la dedica della Beauvoir all’amica “Se ho le lacrime agli occhi questa sera è perché lei, mia cara Zaza, è morta oppure perché io, invece, vivo? Dovrei dedicarle questa storia: ma so che lei non è più da nessuna parte e questo nostro dialogo è solo un artificio letterario. Del resto, Zaza, questa non è veramente la sua storia, ma soltanto una storia ispirata a noi. Lei non è Andrée, io non sono questa Sylvie che parla in mio nome”.