Il biologo, geologo e naturalista Charles Darwin, conosciuto dai più per la teoria dell’evoluzione, nove giorni prima di morire
il 10 aprile del 1882 scrisse la sua ultima lettera chiedendo ad un collega i semi della Solanum rostratum per poter replicare degli esperimenti di cui aveva letto. Erano le piante che animavano i suoi studi, la sua curiosità, più dell’uomo.
Nel 1880 scrisse Il potere del movimento delle piante, nulla di nuovo quindi, ma dovette essere cauto in un’epoca in cui certe verità non potevano essere gridate, ma solo sussurrate. Troppo sconvolgente per quei tempi parlare di piante come esseri viventi capaci di muoversi e sentire.
Oggi, quasi un secolo e mezzo dopo, Il libro Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale di Stefano Mancuso e Alessandra Viola, edito da Giunti nella collana Orizzonti tradotto in quindici lingue, vincitore del premio nazionale di divulgazione scientifica, del premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti e del premio Science Book of the year da parte del ministero austriaco della ricerca scientifica è un ribaltamento di percezione, e se le piante nel silenzio e nell’immobilità assoluta compissero la più grande rivoluzione del mondo sotto i nostri occhi ciechi?
Partiamo da una doverosa presa d’atto, tra i primi organismi unicellulari apparsi sulla terra ci sono le alghe, che attraverso la fotosintesi hanno creato l’ossigeno rendendo possibile la diffusione della vita sulla terra.
Pagina dopo pagina si scopre l’incredibile resistenza passiva sviluppata dalle piante in milioni di anni, nata da una esigenza semplice se non possono scappare come si difendono dalla predazione di animali ed esseri umani? Ad esempio non concentrando gli “organi vitali” in pochi “luoghi”, ma realizzando un apparato diffuso in grado di svolgere in ogni sua parte le funzioni vitali.
Michael Pollan (Cowspiracy, Il dilemma dell’onnivoro) nella presentazione del libro di Mancuso ha scritto “Verde Brillante è come nella migliore scienza, il prodotto di un’immaginazione poderosa e di una capacità di guardare il mondo da un punto di vista inedito e senza condizionamenti, che ci rende partecipi di questa nuova prospettiva”.
Una prospettiva che parte da un numero: il regno vegetale rappresenta il 99,5% della biomassa del pianeta, ecco forse non è l’essere umano il centro di tutto. Un bagno di umiltà che va a toccare le ataviche certezze dell’uomo centro assoluto della terra.
Quindi le piante ci hanno dato la vita, producendo ossigeno, sono infinitamente di più di noi e ci curano anche, la totalità dei medicinali prodotti derivano da molecole prodotte dalle piante o sintetizzate copiando la chimica vegetale.
Sono, lo spiegano in maniera chiara Mancuso e Viola, intelligente, per tanti di quei motivi che sarebbe impossibile enumerarli. Ma è illuminante scoprire come le piante siano in grado di vedere senza occhi, sentire senza orecchie, parlare senza voce, toccare e gustare.