Lungo la statale deserta le case affacciate appaiono dormienti. All’interno delle abitazioni famiglie giocano o cenano. E attendono.
Attendono la mezzanotte, stappare uno spumante, brindare augurandosi buon Anno Nuovo, per poi dar fuoco alle polveri. Sì perché la battaglia per salutare il nuovo anno si farà per strada, esplosione dopo esplosione. Una vera gara con botti legali e sì qualcuno proibito, per fare rumore, per far sobbalzare, per fare tremare i vetri, squarciare il buio nella notte, e che notte, che anticipa l’alba del nuovo giorno, del nuovo anno. Una sfida tra quartieri, il cielo coperto di fumo, in qualche città qualcuno sparerà colpi di pistola, conteremo feriti il giorno dopo, bollettino medico da pronto soccorso, ogni anno meno, speriamo nessuno domani. Mentre il mare sonnecchia.
Sì, nelle case dove il cenone si consuma lentamente tra un bicchier di vino e la chiacchiera col vicino, si aspetta la mezzanotte. 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0. Ciao 2020 finalmente sei finito grideremo a mezzanotte.
Cavolo! La zona rossa! Il coprifuoco! Niente sfida pirotecnica in strada? Anticiparla alle 21.55? Che senso avrebbe? Ecco pure la mezzanotte di capodanno ho perso in questo 2020. O la considero del 2021? No, no, sciagura! Meglio pensare che sia la degna conclusione di un anno un po’ sfortunato! E allora qui dinanzi al panettone taglio fette a profusione, canditi e uvetta, chi più ne ha più ne metta. Di lenticchie ancora un po’, cotechino no e poi no! Due fettine di salame, un po’ di arrosto di maiale. Due patate cotte al forno, due involtini con il tonno. Un po’ d’uva fresca che ben si abbina con la verdesca. Infine son le 22.00 vado a nanna dopo un piatto di agnolotti, sarà contento gatto Bettino che non si spaventerà coi botti.