Guardare dall’alto una città, osservare i tetti, i cortili, i monumenti, cambiare prospettiva, salire sul punto più alto e aprire lo sguardo.
La città è Lecce, il punto più alto è il campanile del duomo, 68 metri di altezza. A portarci su, in alto, un ascensore autoportante, dettaglio rilevante, ispirato a quello del campanile di San Marco a Venezia, ricostruzione recente questa contro i secoli di quello leccese costruito tra il 1661 e il 1682 dall’architetto Giuseppe Zimbalo. Con la sua forma quadrata e cinque piani ed una cupola ottagonale con sopra Sant’Oronzo, il campanile domina la cittadina e da sabato 14 maggio il pubblico potrà prendere l’ascensore e dall’alto ammirare il paesaggio. Dalla sommità lo sguardo si estende fino al mare e all’entroterra, visione a 360 gradi senza angoli bui di tutto ciò che ruota attorno al campanile allargandosi fino all’orizzonte che muta con il mutar del tempo fino a scorgere oltre l’Adriatico le montagne dell’Albania.
UP! Su verso il cielo, punto panoramico, quanto è grigio l’asfalto contro il bianco della pietra leccese, piccoli dettagli, tra i ritagli minuscoli del verde. Terrazze, tegole, strade, auto incolonnate al rosso di un semaforo mentre il sole al tramonto regala nuova luce alle palazzine e alla linea sottile della lontananza.
Una nuova opportunità per i turisti voluta dall’arcidiocesi del capoluogo salentino e da ArtWork cooperativa sociale, un nuovo servizio per quanti aspirano a guardare le cose con una nuova consapevolezza, provare il brivido di osservare le cose come piccole, incredibilmente diverse. Piazza duomo lastricata di pietre chiare appare ancor più un abbraccio accogliente.