Legno, pietra, metallo, gomma e tessuti, materiali utili alle sue sculture che spesso rappresentavano forme organiche come labbra e ragni.
Lavori audaci, opere intime e personali, quelle di Louise Bourgeois artista che ha lasciato un segno nell’arte contemporanea. Nata a Parigi nel 1911, si è trasferita a New York nel 1938 con il marito, lo storico dell'arte Robert Goldwater. Nella metropoli americana ha sviluppato il suo stile artistico con tratti unici, emotivi, simbolici. Ambiguità e mistero abitano le sue opere come in quella più celebre, Maman, un ragno alto nove metri che rappresenta sua madre e il rapporto con lei. Sono diversi i ragni che Louise Bourgeois ha lasciato in giro per il mondo, figure materne, universali.
L’artista esplora l’inconscio, il passato, il vissuto, il non detto, le paure, i desideri, l’infanzia, la sessualità. Indaga l’universo umano, gli istinti, gli stati emotivi complessi. Negli anni novanta inizia ad usare per le sue opere, Cells, i suoi indumenti che si trasformano in allusioni emotive. Opere lontane da quelle presentate alla sua prima mostra personale nel 1949, diciassette sculture di legno dipinte che rappresentavano le persone che aveva lasciato in Francia nel 1938.
Una vita artistica passata a ricostruire il passato, a ricucire strappi, a riparare i traumi. Sperimenta materiali e tesse tele immaginarie, costruisce ponti tra dimensioni. Scrive, pagine intere, diari, parole, una dopo l’altra sui fogli, ricordi, analisi, rapporti, distrugge e ricostruisce.
Le sue opere restano per essere ammirate, perché siano di ispirazione, per analizzare se stessi in una visione che appartiene all’immaginazione di Louise Bourgeois.