Immaginatelo il bosco di roverelle, prima che venisse tagliato per poi dare spazio ad altre colture. Immaginate il profumo del bosco. Intenso.
Ed ecco una sopravvissuta al taglio, una bellissima quercia, inserirsi perfettamente dinanzi le pietre della masseria storica Pilapalucci, vigilare su chi varca la soglia di ingresso tra la antica cappella e il cortile interno. I narcisi tra poco fioriranno per regalare ai gatti nuove esperienze olfattive. Intorno alle mura mandorleti sopravvivono al freddo, saranno i primi a fiorire con l’arrivo della primavera.
Nella masseria piccolo viaggio esperienziale per conoscere la mandorla di Toritto, presidio Slow Food e assaporare il retrogusto burroso senza alcuna tonalità amarognola. Un viaggio in una masseria di 500 anni tra le nicchie scavate, i soffitti a botte, la pietra viva, e il sapore della mandorla in tutte le sue declinazioni dal salato al dolce. Lo chef Francesco Paldera esalta l’equilibrio degli ingredienti dei suoi piatti con le mandorla regina di ogni preparazione. E sul tavolo i dolci aspettano solo un assaggio. Che non è mai uno solo.
Mentre la quercia sfiora le pareti esterne, la natura intorno riprende il suo lento muoversi di stagione in stagione. Sorseggiare un latte di mandorle fresco e granuloso è come assaporare linfa, lasciarsi conquistare dalla freschezza e dalla granulosità di un liquido che è dolce come un fiore.
La mandorla di Toritto, protagonista di Esperienze Rurali, il progetto di masserie creative nato per promuovere il territorio ed i prodotti della Murgia Barese, è solo il primo di quattro appuntamenti, con la cipolla di Acquaviva, il Pallone di Gravina e l’olio di Bitonto.