Senza sapere perché né come la ritrovai per caso fra i cespugli del giardino in un mattino di primavera che annunciava l’estate.
Curiosa sobbalzava ad ogni piccolo rumore, non si accorse da subito della mia presenza lasciandomi la possibilità di osservarla da lontano. La piccola volpe bighellonava tra le piante dell’orto e le aiuole dei lunghi viali. Non osavo disturbarla nei suoi giochi, che fosse un grazioso cucciolo era chiaro per la dimensione e la spregiudicatezza. Il terzo mattino scoprii che non era sola ma aveva una sorella, o un fratello, un po’ più piccola in statura ma dalla curiosità più viva tanto da spingerla fin sotto il porticato da dove divertito le osservavo.
Non osavo dare loro cibo, non sembravano affamate, solo curiose. Due birichine che lasciate sole ne approfittavano per allegre scorribande. Appuntamento quotidiano le ritrovavo puntualmente nel mio giardino alle sei e trenta. Tappa del loro peregrinare fra le ville di campagna di Putignano, il mio risveglio diveniva piacevole incontro. Col tempo si sono abituate alla mia discreta presenza lasciandomi anche la possibilità di scattare loro una fotografia. Mi salutano con un salto sul patio prima di andare via verso la successiva tappa o semplicemente prima di ritornare nella tana rispondendo ad un preciso richiamo.
Mi piace credere che continueranno a venire a trovarmi, che cresceranno qui fra le magnolie e l’alloro, tra camelie e rose. Le aspetterò ogni mattino e se pur non dovessi rivederle, le saprò allegre per altri campi, tra pini e more.