Solitario sorride a chi lo guarda. Delicato come solo un fiore sa essere aspetta di essere ammirato, anche se cerca solo uno sguardo complice.
Rosso intenso, vellutato, il ranuncolo rivolge il capo alla luce del sole, si lascia riscaldare dal calore dell’astro. Semplice nella sua eleganza, proveniente dall’Asia, il ranuncolo, piccola rana nell’etimologia come riporta Plinio, perché predilige le zone umide e terreni palustri, ama stare circondarsi dai colori dei suoi simili. Ama la vita e le farfalle, le api e gli sguardi inattesi. “Fammi un quadro del sole/ che l’ appenda in stanza/ e possa fingere di scaldarmi/ mentre gli altri lo chiamano Giorno!/ Disegnami un pettirosso-su un ramo-/che io l’ ascolti, sarà il sogno,/e quando nei frutteti la melodia tacerà/ che io deponga-questa mia finzione/ dimmi se è proprio caldo-a mezzogiorno/ se siano i ranuncoli - che si librano/o le farfalle-che fioriscono./ Poi – evita - il gelo - che si stende sui campi/ e il colore della ruggine - che si posa sugli alberi/ fingiamo che quelli, ruggine e gelo non arrivino mai!”, scriveva Emily Dickinson.
Il ranuncolo, che ispira conforto e tenerezza, donato è auspicio di buona fortuna ed anche simbolo di seduzione. Solitario nel vaso, lascia che il tempo trascorri, sprigionando la sua incontrastata bellezza. Potrebbe a volte apparire timido, altre spregiudicato, in ogni caso solare e affettuoso. Rosso, vellutato, lieve come una carezza in autunno, quando il vento sferza il mare e le onde si abbattono sulle coste. Il ranuncolo chiede solo attenzione.