Fuggire da una guerra, da un paese che ti perseguita per motivi di razza, religione, nazionalità, e in quel paese non poterci tornare.
Il rischio di perdere la libertà o la vita sarebbe troppo alto, tanto da imporre di trovare rifugio in un paese estraneo ma che garantisca i diritti inviolabili dell’individuo. Nella giornata del Rifugiato, i monumenti di alcune città italiane si illuminano di blu, dalla Mole Antonelliana di Torino alla fontana monumentale di piazza Aldo Moro a Bari. Blu come il mare di notte, spesso attraversato da chi cerca una nuova vita, una ritrovata libertà. Blu come segno di solidarietà con i rifugiati.
Nella giornata mondiale del rifugiato, l’UNHCR, l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, “celebra il coraggio, la forza e la resilienza dei milioni di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, e ribadisce il loro diritto di essere protette e di ricostruire la propria vita in dignità, chiunque siano e da qualsiasi luogo provengano, sempre”. Sempre. Accoglienza e integrazione, sociale ed economica. Non basta limitarsi a fornire l’accesso all’asilo, occorre un sistema integrato di esperienze e conoscenze in grado di fornire tutele ampie e una completa inclusione nel paese ospitante.
Il comune di Bari è uno dei sei, con Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino,ad aver sottoscritto la Carta per l’Integrazione dei rifugiati, un modo per favorire la collaborazione tra le città fornendo servizi utili sui territori per l’integrazione di coloro i quali hanno ottenuto l’accesso all’asilo. La fontana di piazza Aldo Moro si illumina di blu, blu come il mare, così immenso da attraversare, con coraggio lasciare tutto alle spalle e intraprendere un viaggio, che è di libertà, è vita.