Tutto è poesia, tutto è incanto. Una strada, il mare d’inverno, l’amicizia, i pescherecci in alto mare, l’amore e persino la morte.
Jón Kalman Stefànsson, figlio d’Islanda dedica ogni sua riga ai luoghi in cui è nato. Nominato più volte al Premio del consiglio nordico, vincitore del Premio islandese per la letteratura (con Luce d’estate ed è subito notte), ha la rara capacità di incantare con ogni immagine e parola. I pesci non hanno gambe, edito da Iperborea e tradotto da Silvia Cosimini ne è l’ennesimo esempio.
“Una forza invisibile che tuttavia percepiamo in ogni momento della vita, nel sonno e nella veglia, com'è per tutte le grandi forze di questo mondo fatto di eccessi e delusioni, di bellezza e di quotidianità; amore, invidia, odio, ispirazione, avidità, ambizione, compassione. Sono forze impercettibili, irrilevabili dagli strumenti di misura più raffinati, e per questo sono sempre sottovalutate dall'uomo, ignorate nei rapporti ufficiali o nei congressi. Queste forze che ci muovono, che ci separano e ci uniscono. Don't know if I saw you if I would kiss you or kill you cantava Bob Dylan mentre la pianura danese spariva alla vista e subentrava il mare aperto, mai quieto, che contiene non meno eccessi degli esseri umani. Poi le nubi avevano oscurato la vista. A volte il dolore ce l'andiamo a cercare. Il rimpianto, la nostalgia. E andiamo a scavare dentro la ferita. Non stiamo bene, ci è sempre più complicato vivere, come se gestire la vita diventasse sempre più difficile. Prendiamo pillole tranquillanti, eccitanti, anestetizzanti per sopportare la quotidianità. Passano gli anni, lo scopo dell’esistenza diventa poco chiaro, il senso del tutto diventa poco chiaro, ingrassiamo, i nervi si sciupano e si logorano, siamo perennemente piagati da qualche infelicità, da desideri insoddisfatti. Aspiriamo a una soluzione, aspiriamo alla serenità, ma non abbiamo tempo, non abbiamo la pazienza, non abbiamo la tenacia per cercarla e ingoiamo riconoscenti soluzioni veloci, cibo veloce, sesso veloce, tutto ciò che promette un rimedio rapido, viviamo nel tempo dell’accelerazione” scrive tutto d’un fiato senza sbagliare un solo accordo, senza una sola nota stonata. A volte può sembrare troppo, tutta questa poesia, questo incanto a chi è abituato a viverlo a sprazzi. Ma il cielo d’Islanda dona una magia che altri non hanno. Saranno le stelle più luminose che altrove, saranno gli spazi sconfinati, la natura che ancora scandisce tempi e vite.
Anche a Keflavìk “il posto più nero del paese” la magia si ripete. Ed è l’amore che arriva, cresce, fiorisce e svanisce, al centro di tutto. L’amore che è “un’esplosione solare che ti distrugge la vita e rende abitabili i deserti”.
A tratti è un Cent’anni di solitudine, con le sue famiglie, gli intrecci, gli amori, le amicizie, la vita che sfugge e al centro come un perno su cui ruota tutto l’amore. “Perché con te la vita diventa una danza soave, un lungo bacio, perché i tuoi baci non si smorzano mai, lo scintillio del tuo sguardo mi rischiara in mezzo a tutte le tempeste della vita, e il cuore palpita ogni volta che ti vedo, questo muscolo stolto, quest’ingenuo sapiente, questo sospiro. Ogni giorno con te”.
Un libro per chi è ubriaco di vita sino ad amarla.