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Mary Schmich la più sconosciuta tra le persone famose

Mary Schmich la più sconosciuta tra le persone famose

Mary Schmich nasce a Savannah, la città di Forest Gump e della scatola di cioccolatini. Diventa giornalista, non proprio una tra le tante.

È a lungo editorialista del Chicago Tribune e vince anche un Pulitzer per i suoi articoli. Il primo giugno del 1997 ne scrive uno, dei 3000 scritti in tutta la sua carriera, e diventa la più sconosciuta tra le persone famose.

Iniziava così “Goditi il potere di bellezza e gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava”. Lo scrive come se fosse un discorso di commiato ai laureati. Inizia a girare via mail, come se fosse una comunissima e noiosissima catena di sant’Antonio. Diventa virale prima che questo termine venisse coniato. Ma Mary Schmich, era la più sconosciuta delle persone famose e quindi nessuno le attribuì la maternità di quel testo. Dissero che erano parole di Kurt Vonnegut, ma lui era impegnato nella pubblicazione di Slapstick, or Lonesome No More! un omaggio a Stanlio e Olio che in italiano diventò Comica finale ovvero non più soli. Gli Stati Uniti sono una terra sconfinata e quel testo viaggia tra i byte dei computer raggiungendo ogni suo angolo.

Se ne interessò il New York Times che chiese lumi a Vonnegut e lui rispose “Quello che ha scritto è stato divertente, saggio e affascinante, quindi sarei stato orgoglioso se le parole fossero state mie”. Effettivamente non erano parole sue, ma di Mary Schmich e giravano in lungo e in largo per gli Stati Uniti. Tutti parlavano di quell’invito a indossare la protezione solare. “Fa’ una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta! Non essere crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro. La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa…Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti-conto. Rilassati! Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno”.

Lo lesse anche Baz Luhrmann che l’anno dopo ne fece un singolo musicale Everybody's free to wear sunscreen. “Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere. Balla! Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno”.

Ancora un anno e John Swanbeck lo trasforma in un monologo che chiude il suo film con Kevin Spacey e Danny De Vito. “Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio… per questa volta”.

The big Kahuna di Mary Schmich.

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