È un uomo? Una donna? Un collettivo di artisti? Non si sa. Per tutti è Banksy, l’artista sconosciuto dal tratto riconoscibile non attribuibile.
Questione di anonimato e di cavilli. All’artista inglese, dovrebbe infatti essere nato a Bristol, è dedicata una grande mostra al Chiostro del Bramante di Roma.
Dall’8 settembre 2020 all’11 aprile 2021, le architetture cinquecentesche del chiostro ospiteranno alcune delle opere dell’artista contemporaneo più famoso e popolare. 100 opere, provenienti da collezioni private, racconteranno Banksy e la sua arte, nel percorso espositivo anche 20 progetti per copertine di dischi e libri.
Dopo Ferrara, Banksy approda nella capitale d’Italia, con le sue opere tra le quali, Love is the Air, Girl with Baloon, Queen Vic, Napalm, Toxic Mary e HMV (serigrafie). E soprattutto opere realizzate con la sua tecnica preferita, lo stencil anche su carta o tela, metallo e cemento. Anche una selezione di sculture di resina polimerica dipinta o in bronzo verniciato.
In mostra anche Jack & Jill, immagine scelta per l’esposizione, e Flower Thrower, il lanciatore di fiori.
Un percorso espositivo che ripropone l’universo artistico di Banksy, la sua ironia, le sue prese di posizione, la sua politica. “Banksy a visual protest” è mettere in mostra le battaglie dell’artista contro la globalizzazione e il consumismo, contro la ferocia del potere, le contrapposizioni tra ricchezza e povertà. Nella mostra l’umanità di Banksy è ben evidente, perché le sue opere sono nette prese di posizione contro l’egoismo dilagante, contro il rimanere in silenzio di fronte alle atrocità.