È passato un anno da quando la vecchia me è morta insieme ad una parte di me. Non è stato per niente facile accettare tutto quello che stavo
vivendo, anche relazionarmi con gli altri è stato difficile. Dover portare un abbigliamento accollato pur amando scollature. Dover spiegare che il mio corpo non era più quello di un anno fa. Pur essendo sempre stata una esteta, ma sopratutto una sportiva. Doversi giustificare anche in alcune circostanze. Convivere con due protesi espansore e costantemente con il reggiseno. Una libertà costretta. Una libertà dolorosa. In tutto questo 2024 mi sono sentita come nel film “Sliding Doors”, come se la mia vita si fosse sdoppiata il 29 novembre 2023. Una parte di me è rimasta sul lettino dell’ospedale ed un’altra ha iniziato a vivere questa nuova vita, fatta di tanti ostacoli, ma con la voglia di riprendermi tutto ciò che era mio. Femminilità ed ironia. La sensazione è come quella di trovarsi in un posto che hai sempre frequentato in un corpo che non riconosci più, ma che vedi e senti. A lavoro, in alcune vie della mia città, cammino visitando posti e luoghi che ho frequento prima di quel 8 dicembre 2022, prima delle terapie, prima di tutto e penso che a volte mi manca quella persona di un tempo, mi manca la spensieratezza. Faccio un confronto e non mi riconosco sopratutto nel mio corpo che somiglia ad un quadro di Picasso e mi ripeto che la perfezione dovrà arrivare. “Chi sono adesso?” “Il mio corpo di prima dove è?” Mi guardo allo specchio nuda, questa volta ho i capelli, che crescono e che sono belli, ho il mio viso, ma ho due grandi cicatrici, che mi ricordano chi sono, mi ricordano quanta forza e quanto coraggio io abbia avuto e quanta forse ne dovrò ancora avere. Ho ripreso a fare sport. Il primo giorno su quel tappetino verde nella saletta della scuola di yoga, mi sono sentita rinascere. Avevo le lacrime agli occhi, un’emozione immensa, il cuore pieno di Gioia. Finalmente ero lì, seduta a gambe incrociate ad eseguire, seppure con difficoltà le asana. Quando si parla di rinascita è proprio questo il senso, rivedere il proprio corpo esigere cose che non avresti mai immaginato di fare. Rivederlo camminare, rivederlo in piedi, rivederlo pian piano rimodellarsi e ritornare in sé. Il coraggio sta nell’ accettare quello che siamo adesso, non sempre l’ho accettato in questo ultimo anno, ma non mi sono mai persa d’animo pur sentendomi diversa, con un segno particolare, che dovrà ancora subire trasformazione. Mi sento diversa anche con le mie amiche, quando dobbiamo scegliere un outfit per uscire. Non posso dire che convivere con questa nuova me sia stato semplice, quello che ho capito però è che nonostante viviamo in una società per gran parte superficiale e concentrata sull’apparire, dove il Dio Social, manipola la nostra testa ed anche i nostri sentimenti, dove scegliamo la strada più semplice e cioè quella con meno ostacoli, sentirsi un diverso, nel mio caso con il corpo, è un vantaggio perché posso mostrare il mio valore che va oltre l’estetica. E adesso, posso dire che è vero che il nostro corpo, dopo una mastectomia, può subire una trasformazione dolorosa in tutti i sensi, ma è anche vero che imparando ad amarsi, si può comprendere che la bellezza è nel Cuore e non solo nel corpo.